Un coro, una banda, la chiesa di S. Giovanni piena di tanti amici di Francesco Alviti, scomparso nel 2009 a soli 22 anni, per una malattia contro cui aveva vanamente lottato, la musica di Jacob Haan con la sua Missa Brevis, insieme a quelle di Bach, Mozart, Agostini, Franck e soprattutto tanta partecipazione e preghiera, come testimoniano i numerosi commenti che vengono pubblicati in queste ore. Presieduta sabato 24 febbraio, dall’arciprete, don Tonino Antonetti, presente anche il sindaco di Ferentino, Piergianni Fiorletta, con l’accompagnamento musicale affidato alla Banda giovanile della Città di Ferentino, il complesso in cui era cresciuto musicalmente Francesco, e al Coro Josquin Des Pres, diretti rispettivamente da Luigi Bartolini e da Guido Iorio, la celebrazione ha ricordato anche Ilenia Pirri, Pio di Meo, Fiammetta Misserville, Rico e Valentina Gizzi, Pasqualina Mastrogiacomo, Michelangelo Di Mario, Antonio Olmetti, Giuseppe Agostini, Rita Battista, Andrea Murchio e tanti altri, accomunati dalla passione per la musica e l’arte. E’ stata davvero la prova sensibile di come l’armonia della musica possa far comprendere come ci sia un disegno superiore che spesso ci sfugge ma che l’arte dei suoni, nelle sue molteplici espressioni, può aiutarci a ricostruire, pur nel dolore della scomparsa dei nostri cari. Significative le parole della madre di Francesco, Vittoria D’Annibale, che, sul gruppo che riunisce ancora oggi gli amici del giovane musicista, ha scritto: Francesco, figlio amato, stasera non posso non scrivere qualcosa. Angelo mio, ci manchi, ma stasera a messa c’era un pezzo di paradiso a San Giovanni. La chiesa piena, assemblea composta, i ragazzi della banda di Ferentino in silenzio, una celebrazione sentita da tutti. Sicuro c’era il tuo zampino. La musica è andata da sola, dalla prima nota all’ultima. Parenti, amici, conosciuti e non, comunità ceccanese e di altri paesi. Sembrava di essere al giorno del tuo funerale. Un silenzio ed una partecipazione spirituale intensa. Ma come dice il vangelo e afferma Papa Francesco, quando soffri, lavati il viso, asciuga le lacrime, profumati il capo e sorridi. In ogni famiglia c’è una croce da portare, e noi cristiani dobbiamo portarla con fierezza coraggio, carità, amore e speranza che un giorno torneremo insieme. Io ne sono certa e ti ringrazio perché la tua presenza è viva, la sento in ogni momento. Grazie Francesco. E come ha detto don Tonino aiuta i nostri giovani.

Grazie per essere stato con noi, seppure solo 22 anni
qui potete vedere un po’ di foto e filmati

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