Ci fu un miracolo: quei solai vennero giù quando gli ambulatori erano vuoti per la festa civile. Se fosse accaduto in un altro giorno avremmo contato morti e feriti. Era il 25 aprile del 1997. L’ospedale fu immediatamente evacuato con un via vai di ambulanze e tutti i ricoverati furono sistemati in quella stessa giornata nei locali liberi del S. Maria della Pietà che già accoglievano il reparto di medicina. Quell’edificio, che sorge fra via Roma e via S. Sebastiano e che per quasi due secoli ha ospitato il nosocomio fondato dalla Confraternita del Ss.mo Sacramento e Rosario, era passato, con l’accorpamento di tutti gli ospedali a valenza pubblica, alla Asl. Da allora, quei locali, tranne per qualche uso temporaneo e specifico (associazioni di volontariato, spazio museale…) furono lasciati nel più totale abbandono fino alla riconsegna, nel 2008, di una parte di essi alla Confraternita del SS.mo Sacramento e Rosario che l’ha restaurato e trasformato in un funzionale centro pastorale, grazie ai fondi dell’8 per mille. E’ rimasta così com’era nel 1997 la parte di proprietà comunale, fra l’altro con problemi di staticità, dopo 26 anni di completo abbandono dopo il crollo dei solai. Nell’ottobre del 2021, nella conferenza stampa dell’amministrazione comunale, dopo un anno di attività, il sindaco Caligiore evidenziò ottimismo per il ritorno al comune di quei locali: con la Asl – disse – stiamo completando le pratiche che consentiranno al comune di Ceccano di rientrare in possesso del grande edificio. Ci si potrebbero fare tante cose con quegli spazi, come hanno dimostrato le parrocchie di Ceccano. Invece, è passato un anno e mezzo ormai e quel rudere continua a testimoniare la lentezza delle nostre burocrazie e a costituire un pericolo proprio al centro di Ceccano.

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