Potrebbe essere un’occasione per tutti: le celebrazioni di Pasqua ci porteranno in tanti nella bella chiesa di S. Giovanni che, a Ceccano, conserva un tesoro sconosciuto, gli affreschi presenti in quella che oggi è la cappella della sagrestia. In particolare la Incoronazione di Maria rivela una grande abilità pittorica di assoluta qualità, di gran lunga superiore a quella del pittore del ciclo dei mesi al Castello dei Conti. Secondo la storica dell’arte Katia Picano, gli affreschi di S. Giovanni Battista rappresentano dopo la scomparsa delle pitture murali di S. Maria a Fiume, l’ultima testimonianza della pittura medievale di soggetto sacro a Ceccano. Presentano un ciclo completo della vita della Vergine: dall’Annunciazione alla nascita di Cristo, alla Crocifissione, alla Dormitio Virginis, mentre sul territorio sono attestate per lo più pitture meramente votive della Madre di Dio. Nel sottarco della cappella sono raffigurate figure di santi aureolati, assimilabili ai dodici apostoli (essendo rappresentato anche S. Giacomo), compresi gli evangelisti (visto che più di un santo regge penna e calamaio o cartigli), che sono stati i testimoni e gli autori della vita di Cristo.
Gli affreschi possono datarsi, per ragioni stilistiche, intorno alla metà del XIV secolo. La scena dell’Incoronazione della Vergine è racchiusa infatti da una fascia decorata a motivi cosmateschi, che discendono da quelli di Giotto ad Assisi, e che si diffondono successivamente a Subiaco, a Napoli e poi ancora nel Lazio meridionale.

Un tesoro sconosciuto ci attende
qui il testo completo sulla Chiesa di S. Giovanni Battista, a cura di Katia Picano

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