C’è chi sta pagando architetti e geometri, chi sta preparando le certificazioni per le fosse biologiche, chi ancora non ha capito cosa fare. Sarebbero oltre 300 le famniglie che hanno chiesto al comune di Ceccano le attestazioni che nelle vicinanze delle loro abitazioni non ci sono fognature. Sono una parte di coloro che hanno ricevuto una lettera, priva di data, da parte di Acea con l’ingiunzione a fornire, entro 10 giorni a partire non si sa da quando, la documentazione sulla regolarità degli scarichi in fossa biologica a meno di non essere sottoposti al pagamento del contributo di depurazione. Ora al di là di come si possa chiedere di pagare qualcosa che non si fa (se uno non è allacciato alla rete fognaria, Acea non può pretendere il pagamento del contributo di depurazione) e al di là, inoltre, del tono aggressivo della lettera, in cui tutti i cittadini sono considerati inquinatori, salvo prova contraria, risulta ancora inspiegabile perché il comune non sia intervenuto nei confronti di Acea, in difesa dei cittadini, fornendo all’ente gestore delle fognature le mappe degli impianti e chiedendo conto degli investimenti non effettuati in tutti questi anni per il loro ampliamento. Continuano invece a circolare dichiarazioni di esponenti politici che, vantando contatti con i vertici di Acea, danno consigli su autocertificazioni che potrebbero innescare contenziosi con l’azienda oltre a configurare una specie di autodenuncia in caso di fosse biologiche irregolari.

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