Una storia terribile, di noncuranza, silenzi, avvelenamenti più o meno consapevoli, ritardi, connivenze, ma anche di persone che si sono battute per restituire al Sacco e alla sua Valle quel lavore paesaggistico e territoriale che le è stato completamente sottratto. La racconta Maurizio Lozzi, giornalista pubblicista, consigliere dell’ordine nel Lazio, nel suo libro Un Sacco di silenzi in cui testimonia con documenti e carteggi la situazione ambientale del fiume Sacco, nel basso Lazio, causa, per molti, di innalzamento dei casi di tumore nella popolazione del Frusinate e della parte meridionale della provincia di Roma. Allarmi inascoltati, protratti a lungo, hanno determinato il deterioramento dell’ambiente circostante, per questo Lozzi parla nel sottotitolo di agonia di un fiume lasciato morire, e conclude dicendo “Non abbiamo più tempo per domandarci se, ma dobbiamo invece chiederci come … e combattere quella che oggi per me fa più paura dell’inquinamento, ovvero la globalizzazione dell’indifferenza.” Il libro è disponibile su Amazon a questo indirizzo https://amzn.eu/d/7y23zai

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