Non è soltanto la “famigerata” Ala Mosconi, ma anche il cortile del chiostro maggiore, quello della comunità, e poi il viale sottostante, il parcheggio, insomma un senso di abbandono generale che certamente non fa onore ad un edificio che, dopo aver ospitato il Regio Ginnasio tenuto dai Padri Scolopi, nell’anno 1900, come attesta la pietra posta sotto l’architrave del portone di ingresso, diventò l’Ospizio Psichiatrico del Santa Maria della Pietà di Roma. Rinnovato quasi completamente all’inizio di questo secolo con un apposito finanziamento regionale, è ampiamente sottoutilizzato. Eppure potrebbe essere una struttura in grado di affiancare gli ospedali esistenti, senza doverne costruire di nuovi: grande, spazioso, dotato di parcheggi e spazi verdi, a due passi dalla stazione ferroviaria, a meno di 10 chilometri dal casello autostradale, all’incrocio fra due assi viari fondamentali, la Frosinone Gaeta e le diramazioni della Monti Lepini, sarebbe perfetto per le nuove strutture sanitarie in programma, in particolare per quella che dovrebbe prendersi cura dei malati oncologici. Ma chi sostiene Ceccano?

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