La mia è aumentata di un po’ più del 10%, da 198 a 222. Per altre famiglie l’aumento è più consistente, e, comunque, si aggiunge alle tante difficoltà di questi mesi. Stanno arrivando nelle case dei ceccanesi gli avvisi per il pagamento della TARI, il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. I nuovi aumenti, decisi da Palazzo Antonelli, fanno emergere una, almeno apparente, discrasia. Più i ceccanesi si comportano bene (hanno raggiunto il 72% della differenziazione dei rifiuti) più aumentano le tasse. Già nel passato, giornalisti ed associazioni hanno chiesto più volte di sapere quali siano i proventi della vendita dei materiali riciclati (pur con il mistero della scomparsa della plastica dal catasto dei rifiuti, di cui non si sa nulla). Immaginiamo che, tanti o pochi, vadano a favore della ditta appaltatrice. Purtroppo Palazzo Antonelli non ha mai fornito dati in proposito, né illustrato pubblicamente un prospetto spese e ricavi dell’appalto per la raccolta differenziata. Le uniche informazioni ufficiali derivano dal Catasto nazionale dei rifiuti, dai cui emerge la totale e singolare assenza della plastica nella rilevazione dei dati.
