Nel giorno della festa di Santa Maria a fiume, in attesa della solenne processione che avrà luogo domenica sera alle 19,30, dopo la messa con il vescovo, una proposta forte è echeggiata nel convegno su Il fiume racconta, venerdì 27 maggio: Agata Garofali e Vincenzo Ricci, autori dell’ultimo saggio sulla storia della bellissima chiesa lungo le rive del fiume di Ceccano, hanno messo in evidenza il grande valore spirituale e culturale del santuario e hanno fatto prospettare la possibilità della realizzazione di un grande parco archeologico che partirebbe dal ponte Berardi per arrivare fino al campo sportivo Dante Popolla. Il santuario di S. Maria infatti sorge sulle antiche rovine del tempio che Antonino Pio volle dedicare alla moglie Faustina, una delle donne più importanti dei primi secolo dell’era volgare. Il tempio sorgeva in un complesso termale le cui acque erano fornite dal fiume Tolerus (Trerus secondo altre menzioni di antichi geografi) e da una sorgente termale vicina al campo sportivo, quella che tradizionalmente i ceccanesi chiamavano “l’acqua puzza” Gli edifici che sorgono sull’area sono pochi, rispetto alla porzione di terreno occupata dai parcheggi, dagli spazi sportivi, dalla centrale elettrica, in gran parte senza superficie impegnata. Il giubileo del 2025 potrebbe essere una grande occasione di sviluppo, sotto la protezione della Vergine del fiume. Nel convegno sono anche intervenuti i rappresentanti di diverse associazioni che hanno testimoniato l’importanza del santuario soprattutto negli anni della guerra, come Salvatore Tiberia e Giuseppe Bucciarelli.



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