E’ stato uno dei più grandi attori italiani e nel giorno del suo 101° genetliaco ecco la proposta: intitolare il teatro Antares a lui che comune rese famosa Ceccano negli anni 60, ben di più di tutti gli altri personaggi cui pure la città vetuscolana può vantarsi di aver dato i natali, Silverio, Giovanni, Annibaldo, Gregorio, Mancini, Berardi, Sindici. Ceccano ha la più bella sala teatrale di questo territorio, recentemente restaurata. Perché non intitolarla al grande Nino?

101anni fa il 22 marzo del 1921 nasceva Nino Manfredi, uno dei più importanti attori italiani. Nato a Castro dei Volsci, Divenne famoso grazie ad un personaggio, il barista di Ceccano, che dilagò nelle case degli italiani che allora si godevano i primi spettacoli televisivi, in particolare Canzonissima. Si legge nel Dizionario degli Italiani della Treccani, alla voce Saturnino Manfredi: Canzonissima 1959, con la regia di A. Falqui. Per questa edizione, a tutt’oggi considerata uno fra i migliori varietà “storici” della televisione italiana, il M. creò il notissimo personaggio del “barista di Ceccano” che concludeva ogni volta il suo numero con il celebre “fusse che fusse la vorta bbona”, divenuto una sorta di tormentone nazionale.
E qui, per un inquadramento di Nino Manfredi nella storia del cinema italiano, ecco una lezione di Gianluca De Santis, critico cinematografico, al Liceo di Ceccano, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa
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