Le nostre famiglie, i figli, i nipoti, i mariti di queste donne che sono qui in mezzo a voi vivono da giorni sottoterra, non sappiamo dove siano, non sappiamo se domani potremo sentirli di nuovo. Vogliamo soltanto vivere da ucraini nella nostra terra e non essere sottomessi di nuovo alla Russia. Così don Sviatoslav Tytuliak, sacerdote dell’eparchia greco cattolica in Italia si è rivolto ai ceccanesi riuniti in san Giovanni, una chiesa gremita, commossa dal coraggio di questo giovane prete e delle donne ucraine in pena per le loro famiglie, tutte con un nastrino blu e giallo al braccio. Una di loro ha chiesto aiuto per far arrivare la nipotina di 10 anni in Italia: avrebbe varcato da sola il confine a piedi, pur di fuggire da quella situazione. Se non fossi prete, ha continuato con Sviatoslav, starei lì a combattere anch’io: vogliamo essere liberi nella nostra patria. Il sacerdote ha ringraziato i ceccanesi, accorsi numerosissimi a San Giovanni, sia per la preghiera che per la solidarietà nei confronti dei profughi.

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