Nel romanzo di Fenimore Cooper, il cacciatore Natty Bumpoo, insieme al fratello e al padre, difende le regole d’onore dei nativi mohicani di fronte agli uroni guidati dal traditore Magua, sedotti dal denaro che inglesi e francesi promettono loro in una terribile gara di corruzione: ho pensato alla storia romanzata dei nativi nordamericani, durante la conquista europea delle ricche terre a settentrione dei Grandi Laghi, quando ho letto in questi giorni i tanti messaggi di auguri che hanno raggiunto Angelino Loffredi, per il suo 80° genetliaco. Siamo stati avversari politici per tanti anni; ricordo gli scontri in consiglio comunale, lui sui banchi del Pci, io in quelli della Democrazia Cristiana, su vicende che ancora oggi riguardano la vita della nostra città: la metanizzazione, l’accorpamento delle scuole, il sostegno agli allievi disabili, le attività culturali, la biblioteca. Idee diverse ma rispetto reciproco senza mai un’offesa personale che andasse al di là della legittima diversità di idee e di posizione su tanti argomenti. Fu grazie a questo reciproco riconoscimento che furono possibili passi in precedenza assolutamente impensabili a Ceccano. Ed ho osservato poi Angelino Loffredi, che pure era stato sindaco, consigliere provinciale, assessore, battersi vanamente per alcuni principi di onestà e di correttezza amministrativa, che la sua stessa parte politica metteva profondamente in discussione, negli anni di quella che, nella mia attività pubblicistica, soprannominai “sinistra ferroviaria”, attenta di più agli affari indotti dalla linea superveloce, che alle necessità della popolazione. Erano gli anni in cui si formò l’ancora attivissimo “partito dei geometri” (altra mia definizione pubblicistica) che tanto ha inciso sullo sviluppo, in gran parte mancato, della nostra città, travolta da una cementificazione non tanto subita, quanto teorizzata e richiamata alla nostra quotidianità, lungo la Circonvallazione Aldo Moro e in tanti altri quartieri della città. Angelino – Natty subì in in quegli anni le più cocenti delusioni dalla sua parte politica, larga maggioranza nella città, incapace di distinguere tra politica ed affari, con tanti Magua, indifferenti dinanzi ai richiami della tradizione della sinistra, sedotti dal mito degli affari, con gli esiti cui assistiamo oggi. Però Natty – Angelino, ultimo dei mohicani, ha sempre conservato quello sguardo speranzoso sul futuro della politica fabraterna, ben espresso nelle pagine, spesso profetiche, del suo periodico Verso il 2000, utile rilettura per tanti di noi oggi. A lui vanno i miei migliori auguri che possa ancora testimoniare la genuinità di quei valori politici che ho sempre avversato, pur rispettando tutti coloro che, sinceramente, li incarnavano. Ad multos annos.

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