Le chiamano comunemente “marocchinate”, utilizzando un neologismo, inserito nella legge che interveniva per soccorrere le vittime della violenza delle truppe del Corpo di Spedizione Francese (CEF) in Italia, prima in Sicilia nel 1943, poi nel Lazio meridionale nelle due settimane seguenti lo sfondamento della Linea Gustav. Il termine fu utilizzato inizialmente nel significato passivo dell’espressione, come se esistesse un verbo “marocchinare”: le marocchinate, secondo il legislatore, erano dunque le vittime non le azioni dei violentatori. Il CEF era inquadrato da ufficiali francesi e composto da truppe arruolate nelle colonie, soprattutto in Algeria, Marocco e Tunisia, ma anche in Senegal e nel Camerun. C’erano poi alcune bande irregolari, ma sempre agli ordini di ufficiali francesi, composte da uomini arruolati sui monti dell’Atlante, comunemente definiti con il nome di goumiers, cui si deve la gran parte delle violenze. Migliaia di donne ma anche di uomini furono violentati, stuprati nei giorni immediatamente successivi alla battaglia di Montecassino, in cui il CEF svolse la parte più importante, sfondando il fronte a sud, sui Monti Ausoni e risalendo lungo la riva destra del fiume Sacco, perdendo quasi la metà dei suoi effettivi. Alla fine di maggio, le truppe del CEF combatterono sugli Aurunci, affrontando successivamente uno scontro violentissimo con i tedeschi asserragliati sulle colline prospicienti Ceccano, dove le prime violenze sui civili si registrarono dal 1° giugno. Potete leggere il resoconto di quelle drammatiche ore nel lavoro di ricerca storica, condotto dal Liceo di Ceccano nel 2014, e confluito nel testo Ceccano e la guerra di Gianluca Coluzzi che potete leggere a questo link . I fatti di quei giorni sono riportati a partire da pag. 75. Il libro è ricco di testimonianze che vengono incrociate con i dati di archivio e con le altre fonti storiche. Potete trovare tutte le attività di ricerca condotte dal Liceo di Ceccano qui

Il consiglio comunale di Ceccano, con voto unanime ha deciso di dedicare una strada alle vittime della violenza di quei giorni terribili in cui la popolazione civile era intrappolata tra i due fuochi. Di queste drammatiche vicende si cominciò a parlare soltanto con il romanzo di Alberto Moravia e la trasposizione cinematografica di De Sica, La Ciociara.
Intanto si registra la presa di posizione in proposito del procuratore militare De Paolis, che nell’esprimere il suo compiacimento per l’iniziativa del comune di Ceccano, all’Agenzia Adnkronos ha dichiarato: Delle Marocchinate, durante il mio ultimo anno come procuratore militare, mi sono occupato a fondo ed aprii anche un’indagine su quei fatti. La magistratura militare non ha mai trascurato questo aspetto. Però, ahimè, non ci è venuta in soccorso la legge, nel senso che le norme internazionali dei crimini di guerra assegnano la competenza allo Stato di bandiera e quindi nel caso specifico, alla Francia. Francia che non se ne è mai occupata. Che si faccia luce sugli ignobili stupri delle truppe franco-algerine senza reticenze è importante. Se oggi si riesce a dare spazio e attenzione a fatti che in passato sono stati trascurati, non può che lasciarmi soddisfatto e mi auguro che attraverso gli studi storici si possa approfondire ulteriormente. Potete leggere l’intera intervista qui
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