Il rapporto sulla qualità dell’aria 2019 del SNPA, recentemente presentato, ha evidenziato come, per quanto riguarda il materiale particolato, si sia registrata una riduzione nel corso degli anni, anche se inferiore a quella verificatasi per altri inquinanti, quali ossidi di zolfo, ossidi di azoto e composti organici volatili. A rallentare i progressi nella riduzione complessiva delle emissioni di particolato sono le emissioni provenienti dal riscaldamento degli edifici, a causa della forte penetrazione nel mercato dell’uso di dispositivi alimentati a biomassa (legna o derivati, considerati fonti rinnovabili). Lo afferma il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente in un post che potete trovare qui Il territorio della Valle Latina, Frosinone, Ceccano, Cassino, purtroppo non brilla in questa classifica nazionale pur in positivo. Sarà il caso di prendere in seria considerazione quanto affermato dal Servizio che scrive: il PM10 (materiale particolato aerodisperso di dimensione inferiore a 10 μm), costituisce da sempre una delle componenti dell’inquinamento atmosferico sui cui si concentra l’attenzione, in quanto vari studi epidemiologici sugli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico da particelle, hanno evidenziato associazioni tra le concentrazioni in massa del PM10 e un incremento sia di mortalità che di ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie nella popolazione generale.

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