Pubblico con piacere le considerazioni di Pierluigi Fratarcangeli su quanto avvenuto l’altro giorno all’Agrario di Frosinone, in cui una giornata di festa per la scuola è stata raccontata soltanto come uno scontro politico e francamente poco educato

Ciociaria Oggi ieri titolava “Vendemmia amara per il ministro”. La vendemmia della ministra non è stata affatto amara, e mai come questa volta lo posso confermare perché c’ero. Di lei si può pensare ovviamente quello che si vuole, e io stesso sul suo operato sono stato spesso, e sono ancora, molto critico. Ma inventare “casi” o manipolare la realtà non dovrebbe essere consentito a nessuno. La ministra ha trascorso due ore piacevolissime nell’Azienda agraria dell’istituto Angeloni di Frosinone, dove lavoro e dove ero presente: ha incontrato il dirigente scolastico e i docenti della scuola, ha chiacchierato con gli studenti e si e confrontata con loro. Ha inaugurato con loro la vendemmia nel vigneto dell’azienda annessa alla scuola; li ha ascoltati mentre illustravano dei lavori e li ha visti all’opera nell’espressione delle loro competenze. Il tutto in un clima informale di festa e condivisione. Informale, sì, perché la visita non era affatto un appuntamento istituzionale, né aveva alcun connotato politico. Al termine della visita della ministra, quando stava per tornare in macchina, si è fatto avanti il sindaco Ottaviani, consegnandole, come segno di protesta, un foglio con delle petizioni (e questo gesto in sé non fa una piega) e un asciugamano (che il sindaco chiama “sudario” dandogli una impropria accezione funebre) con su scritto “Alla Azzolina, per aver scoperto il gusto della fatica, nell’agricoltura”, dimostrando in questo caso una imbarazzante caduta di stile, oltre che un atteggiamento bullesco ed esibizionista a cui non sembrava avvezzo. E, per inciso, nella fatica dell’agricoltura, in ogni caso, non c’è nulla di svilente e di vergognoso: lo chieda ai nostri studenti, il sindaco, e provi a mostrare un po’ più di rispetto per chi lavora la terra e ne trae frutti. Questa sceneggiata, a dispetto del risalto che i media ciociari le hanno dato, è durata non più di due minuti contati: io ero ad un metro e mezzo dalla scena e lo posso testimoniare. Non più di due minuti cronometrati. Tutto questo accadeva giovedì. Ieri i mezzi di comunicazione non hanno speso una parola su quanto di bello è accaduto nell’Istituto Angeloni, né sul clima costruttivo che si era creato né sull’impegno che tutti gli studenti della scuola ci hanno messo per preparare una degna accoglienza ad una donna delle istituzioni, qualsiasi cosa si possa pensare sul suo operato. Si dà invece uno spudorato risalto ad una uscita infelice e circostanziata che sapeva soltanto di subdola imboscata mediatica. C’è da vergognarsi, e parecchio.
Pierluigi Fratarcangeli
Buongiorno a tutti Pietro e Pierluigi. Se posso darei un piccolo contributo per spiegare l’assurdo comportamento dei 2 politici locali Ottaviani e Pompeo fornendo info non diffuse.
Un mese fa il sottoscritto insieme ad associazioni di cittadini attivi ed agli ordini professionali locali hanno inviato all’USR Lazio, al Ministro Miur e al Presidente del Consiglio una proposta per l’utilizzo del Recovery Fund dove si spiega lo stato pietoso delle nostre scuole Superiori (l’Angeloni, il Volta, il Severi ed altre sedi) locate in edifici completamente inadeguati e dove la Provincia spreca milioni di euro ogni anno, da 50 anni, almeno per i 2 edifici di Tagliaferri per giunta con reperti storici importantissimi quale l’anfiteatro romano sotto le fondamenta di questi inutili edifici. Ritengo che la Ministra, oltre a valorizzare in sé chi lavora in queste scuole bistrattate, abbia voluto vedere e sapere di persona l’entità di queste “storture”. A rafforzare questa ipotesi è la assurda reazione dei politici locali quali Ottaviani e Pompeo che sono di sicuro preoccupati nel caso in cui lo Stato finalmente elimini questo sistema di giro di danaro in “entrata ed in uscita”, magari utilizzando il Recovery Fund per la costruzione ex novo di idonei edifici scolastici facendo terminare così questo flusso assurdo di denaro che ritorna in qualche modo in tasca a chi lo governa localmente.
Nazareno Spaziani