Il suo datore di lavoro l’ha immediatamente caricato in macchina e portato al S. Maria della Pietà a Ceccano, all’ospedale. Solo che lì il pronto soccorso non c’è: ma il medico e gli infermieri del PAT (Punto di Assistenza Territoriale) non si sono persi d’animo, facendo subito fronte alle gravi ferite al braccio che il malcapitato presentava dopo l’incidente sul lavoro. A dar loro manforte sono arrivati gli altri infermieri in servizio nella struttura, una volta uno dei migliori ospedali del territorio, oggi ridotto ad una larva. E così il paziente è stato stabilizzato, senza che si dovessero percorrere i 12 chilometri fino al pronto soccorso di Frosinone, in attesa dell’eliambulanza che l’avrebbe poi trasportato a Roma. Il PAT svolge spesso il lavoro del pronto soccorso, perché tanti cittadini si rivolgono al punto di assistenza che così solleva il pronto soccorso dello Spaziani da tanti accessi. Se ci fosse una migliore organizzazione, chi ricorre al PAT potrebbe anche disporre dei servizi degli ambulatori, del servizio di radiologia, del laboratorio analisi, degli altri specialisti, della casa della salute. Ad oggi però questo coordinamento non c’è.

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