La crescita economica frena, uno strano federalismo si fa strada e prosegue l’emigrazione massiccia di giovani italiani. Nessuno però sembra davvero preoccuparsi del fatto che l’Italia è il paese europeo più frammentato dal punto di vista geografico.

L’importanza della geografia
La geografia è quella materia che solitamente si smette di studiare dopo i primi anni di scuola superiore, con grande sollievo di tutti gli studenti. Eppure, la geografia gioca ancora oggi un ruolo non indifferente nella lettura dei processi sociali ed economici. Quella della nostra penisola, ad esempio, ci racconta di un paese che rimane assai diviso tra Nord e Sud. Non che si tratti di una novità, ma nessuno, almeno nel dibattito pubblico odierno, sembra davvero curarsi del fatto che l’Italia pare quasi non esistere quale entità unica e omogenea, ma somigli a un insieme di aree molto diverse tra loro tenute insieme da alcune istituzioni comuni. Per esempio, all’interno del rapporto sugli indici di benessere equo e sostenibile presentato dall’Istat qualche mese fa, ogni indice di cui era disponibile la disaggregazione regionale mostrava livelli non solo assai diversi tra Settentrione e Meridione ma spesso anche trend divergenti, con il Sud del paese ad avere la peggio. Se dunque la disuguaglianza tra regioni appare come un fatto assodato e anche accettato, occorre chiedersi se la situazione rientri in un contesto di normalità oppure rappresenti un caso particolarmente grave all’interno del quadro internazionale.
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