Ecco le parole del presidente di AeA, la società che gestisce il depuratore di Ceccano, a proposito degli odori nauseabondi che hanno origine dall’impianto: Su Ceccano – ha detto Riccardo Bianchi – stiamo investendo una rilevante cifra, pari a un milione di euro, messa a disposizione dall’Asi di Frosinone, per eliminare le più rilevanti fonti di emissione odorigene. Nello specifico, stiamo coprendo vasche e comparti dell’impianto allo scopo di convogliare l’aria in un’ apposita macchina di trattamento, che verrà montata non appena verranno acquisite tutte le autorizzazioni da parte delle autorità competenti. Allo stesso tempo, abbiamo avviato l’installazione di evolute apparecchiature elettromeccaniche che consentono di monitorare la qualità dei liquami che vengono scaricati nel sistema fognario e per questa via addotti all’impianto che, ed è giusto ricordarlo, tratta ciò che gli utenti inviano. Inoltre, stiamo dando vita ad un progetto di ricerca delle perdite delle reti idriche, al fine di contrastare gli sprechi di acqua, fatto di assoluto rilievo in un’epoca di profonda carenza di un bene tanto prezioso. Infine, è nostra intenzione dare vita ad un’ulteriore campagna di ricerca delle perdite del sistema fognario, utilizzando moderne tecnologiche che consentano di evitare interventi invasivi dell’infrastruttura fognaria e viaria>
Fin qui il presidente Bianchi: dalle sue parole emergono alcuni fatti. Innanzitutto il depuratore è fonte di inquinamento dell’atmosfera e di questo si è consapevoli da tempo, almeno dal 10 aprile 2017, mentre gli interventi vengono messi in atto soltanto adesso. Le vasche e i comparti sono stati fino ad oggi a cielo aperto e solo ora si provvede alla loro copertura. La macchina per il trattamento degli effluvi gassosi, annunciata il 10 aprile e messa a gara soltanto il 9 ottobre, non è ancora funzionante perché attende le necessarie autorizzazioni (chi deve darle? La Provincia? quanto tempo sarà necessario?) Le altre apparecchiature sono in corso di installazione. Ci sarà dunque altra puzza e ci deve essere altrettanta pressione dell’opinione pubblica nei confronti di chi ha la responsabilità di evitare l’inquinamento.
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