Lo si fa dappertutto: ogni parco che si rispetti ha il suo chiosco dove poter gustare una bibita al fresco, prendere un caffé. A Ceccano, no: non si può fare un bando pubblico, assegnare il chiosco, farsi pagare un affitto, affidare ai gestori la pulizia e la salvaguardia del parco, la cura delle aree verdi, difendere il patrimonio pubblico da franz (il lanzo imbrattatore di pietre e madonnine). Lo si fa dappertutto, in Italia e forse anche nel mondo. A Ceccano, no. Palazzo Antonelli non vuole. Perché?
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