di Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini e Chiara Tronchin
Alcuni numeri aiutano a mettere nella giusta prospettiva quella che spesso viene definita “emergenza immigrazione”. I costi sostenuti dalla pubblica amministrazione per gli stranieri residenti in Italia sono ampiamente compensati da tasse e contributi versati dagli stessi lavoratori stranieri.
Welfare e stranieri
La polemica sull’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, indicata comunemente come “emergenza immigrazione”, rischia di far dimenticare il reale impatto dell’immigrazione in Italia: 5 milioni di regolari contro 175mila profughi (dato ufficiale dei presenti nelle strutture a fine 2016).
Secondo le stime pubblicate ogni anno sul Dossier statistico immigrazione, poi, il saldo tra il gettito fiscale e contributivo versato dagli immigrati in Italia e spesa pubblica destinata all’immigrazione risulta ampiamente positivo. Nell’ultimo anno per cui si ha il dato, il 2014, nonostante l’onda lunga della crisi abbia inciso sui trasferimenti economici diretti, il saldo tra entrate e uscite varia a seconda del metodo di calcolo da +1,8 a +2,2 miliardi di euro.
Tuttavia, l’opinione pubblica ha una percezione profondamente negativa dei costi indotti nel welfare dalla presenza di stranieri. Al di là del ruolo dei mezzi di comunicazione nella costruzione e nella diffusione delle informazioni, ciò dipende anche da alcuni fattori di carattere socio-economico.
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