di Giorgio Bernardelli
È successo qualcosa di storico questa settimana nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Qualcosa che ha permesso di vedere come non capitava da secoli la tomba vuota di Gesù, il luogo più venerato da tutti i cristiani. Da qualche mese, infatti, sono in corso i lavori di restauro dell’edicola che – nella grande chiesa – racchiude proprio quello che secondo una tradizione cristiana antichissima è il posto dove venne deposto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. I restauri – resi possibili da un accordo tra le diverse confessioni cristiane che insieme (e storicamente non senza momenti di frizione) amministrano la basilica – riguardano principalmente la statica della piccola struttura posta al centro di una rotonda; secondo i rilievi compiuti dagli esperti, infatti, la sua stabilità sarebbe ormai talmente compromessa da non rendere più sufficienti i rinforzi metallici installati dopo un terremoto che colpì Gerusalemme nel 1927. In Terra Santa, però, i restauri sono sempre un’occasione preziosa per approfondire le conoscenze archeologiche. Ed è quanto sta avvenendo anche questa volta al Santo Sepolcro, con la decisione di rimuovere temporaneamente la lastra di marmo dell’altare interno all’edicola, nell’angusto spazio davanti al quale i pellegrini pregano venerando la tomba di Gesù.
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