Qualche settimana fa un articolo dell’Economist ha riproposto al centro del’attenzione la questione della formazione degli insegnanti. Potete trovarne il testo qui
Ora registriamo un interessante intervento di Tullio De Mauro
L’articolo dell’Economist “Insegnare agli insegnanti” aiuta a capire che la scuola, il sistema scolastico di un paese, è un’organizzazione complessa. Per intenderla o modificarla bisogna tenere conto delle sue componenti essenziali: quella di chi sta studiando, quella di chi insegna, quella di chi si preoccupa di migliorare le interazioni tra le prime due. Ciascuna è in sé profondamente eterogenea. A prima vista ci si offre una galleria di individualità diverse pronte per le istantanee, le cronache, le realistiche invenzioni di Giovannino Mosca o del primo Starnone o di Raimo, del primo Sciascia o di Mastronardi o di Mastrocola.
Si dirà che così appare anche una vettura della metropolitana in ore di punta. Vero, con una differenza: i viaggiatori salgono e scendono, ma di norma non fanno cambiare la linea, i binari, le stazioni, subiscono il funzionamento o le disfunzioni della metro, non incidono in modo determinante su di esse (a meno che non si divertano a tirare il segnale d’allarme come il buon soldato Sc’vèik). Diversamente dai viaggiatori in metropolitana, le persone che stanno nella scuola con tutte le loro diversità fanno la scuola.
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