Prosegue l’ordine sparso dei sindaci di fronte all’inquinamento da polveri sottili: i dati dell’ultimo giorno dell’anno sono devastanti. Ceccano 182, Frosinone 179, con la parte alta a 75, Cassino 127: la cittadina fabraterna vince la classifica degli sforamenti con quattro mesi avvelenati nel 2015, 120 giornate oltre i 50 micro grammi. A ruota Frosinone con 114 e poi segue Cassino con 69. Situazione drammatica dunque che si trascina da anni. Nel 2014 gli sforamenti a Ceccano furono più di 100 come pure a Frosinone, eppure il modello di vita è rimasto lo stesso. Soltanto ora registriamo un po’ di agitazione nella città capoluogo che è sotto i riflettori della stampa nazionale: si è dichiarata guerra al pellet e alle biomasse (i camini a legna). A Cassino sembra esserci una linea più decisa, mentre Ceccano fa finta di niente. Nessuna ipotesi di raccordo fra le amministrazioni, nessuna proposta di tavoli congiunti per capire e studiare una strategia comune come se i confini minucipali fossero invalicabili dalle polveri.
Speriamo che piova e presto.
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