di Giuseppe Frangi
Era stato chiaro: piuttosto mi butto con il paracadute, aveva risposto ai giornalisti che gli avevano chiesto se non temesse il pericolo della tappa nella repubblica Centrofricana. Ma per papa Francesco quella era la tappa cardine di questo viaggio: in un paese poverissimo, assediato dalla violenza e dalla guerra tra etnie.
Ed è stato ovviamente di parola, con un programma che non ha evitato nessuna delle aree critiche di quel paese. Basta scorrere il programma delle 36 ore trascorse a Bangui, la capitale. Esordio con autorità, visita e discorso nel campo profughi attiguo all’aeroporto, incontro con i giovani, apertura della Porta santa: tutto questo ieri. Oggi messa allo stadio davanti a 20mila persone e visita alla moschea e incontro con le autorità musulmane.
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