di Sergio Ventura
Tutto cominciò dieci anni fa. Prima ora di religione del primo anno delle superiori. Liceo classico di Roma. Zona centro. Mi sono appena seduto alla cattedra quando si avvicina una ragazza e sottovoce, quasi scusandosi, mi dice: – Professore, io vorrei togliermi dall’ora di religione… -. Le chiedo innanzitutto il nome. – Silvia! – mi risponde. E siccome sembra volersi sfogare, le domando se il motivo della sua richiesta sia legato a qualche evento spiacevole. Come un fiume in piena, comincia a criticare il suo catechista, colpevole di averle dato il benvenuto nel gruppo del postcresima criticandone la passione musicale per i testi e la musica di Vasco Rossi, ritenuta incompatibile con il prosieguo di una sana vita di fede.
Probabilmente Silvia sta semplificando l’accaduto, ma in quel momento non conta. E mentre la classe ci guarda stupita, in attesa di una mia decisione, penso che molto di quell’anno dipenderà dalla mia risposta. Metto un paletto: la normativa; non permette cambi in uscita a settembre. Ma subito le prometto: – Io non conosco bene Vasco Rossi, ma mi impegno a studiarlo e, se possibile, a citarti una sua canzone ad ogni lezione. Alla fine sceglierai… -. Le bastò qualche incontro successivo per verificare che non mentissi. Si sentì riconosciuta e frequentò tutti e cinque gli anni dell’ora di religione, anche quando cambiò sezione ed insegnante, anche quando la passione per il Blasco scemò.
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