Spietata è la notte. Soprattutto se la guardi dal punto di vista di chi vede arrivare urgenze al Pronto soccorso, quando l’estate e il sabato invitano a ballare, per troppi a sballare sulle rive festaiole delle vacanze. Ragazzi fuori, incoscienti fino al coma, nei casi peggiori, o agitati da miscugli di sostanze imprevedibili, portati dentro dal 118, il più delle volte lasciati al proprio destino da compagnie, con cui fino a un minuto prima condividevano il divertimento. Quando il gioco si fa duro gli altri portano via il pallone. Se anche ci fossero non sarebbero d’aiuto: nemmeno loro sanno che cosa ci sia dentro e spesso neppure chi vende la pasticca o rifornisce anonimo in Rete lo sa.
Capita che tocchi a Carolina Prevaldi mentre li «riacciuffa per i capelli», come dicono loro quando si lavora sul filo di una vita lì lì per andare, avvisare genitori a notte fonda, perché nessuno degli amici ci ha pensato. Carolina Prevaldi è Dirigente medico al pronto Soccorso di San Donà di Piave, e Referente Audit Clinico dell’Azienda ULSS n.10 del Veneto Orientale: un pronto soccorso che serve il litorale più grande d’Europa. Ma non è che il problema abbia geografia, capita ovunque si viva la notte: «A spanne da una a 10 volte a weekend, anche altri giorni in estate o quando ci sono rave party, concerti, eventi, raduni».
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