di don Antonio Mazzi
“Ho quasi sempre elogiato il mio mestiere per le tante soddisfazioni che dà. Ma chi non è in questi panni non può capire cosa voglia dire dover rimanere impassibili e freddi quando ti trovi un ragazzo di 16 anni sulla barella della sala emergenza alle 4 di mattina in arresto cardiaco per colpa di una pasticca che non avrebbe dovuto prendere”. Comincia così la lettera di Sarah, la giovane operatrice del 118 che ha soccorso Lamberto Lucaccioni, il 16enne morto per overdose di ecstasy acquistata nelle discoteca Cocoricò di Riccione.
“E sei li che lo massaggi impassibile, ma nella mente pensi “avanti forza reagisci”, ma nonostante l’ora e mezza di massaggio cardiaco l’onda di quel cuore che già da un po’ non batte, rimane piatta. E dopo aver fatto il possibile ci si arrende all’evidenza che l’alba che stai guardando tu, sfinito, lui non potrà vederla. E pensi ai suoi genitori che ancora non sanno di non poter mai più parlare con lui, litigare con lui, ridere con lui, festeggiare con lui”.
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