di Valentina Soncini
In una stagione densa di provocazioni culturali ma anche di contraddizioni è innanzitutto necessario scegliere uno stile. L’indicazione di Francesco che invita a dare priorità al tempo iniziando processi più che possedere spazi (EG 223) risulta particolarmente illuminante di fronte a sfide forti e complesse come è la questione “gender” in questo momento. La Presidenza nazionale di Azione Cattolica, anche grazie all’ascolto della sua capillare rete di responsabili nonché delle tante sollecitazioni provenienti dal contesto ecclesiale e socio-culturale, ritiene che sia fondamentale impegnare risorse per attivare un processo. Il Centro Studi dell’Azione Cattolica Italiana ha pertanto sviluppato questo tema di riflessione, certamente non l’unico a cui ridurre la più ampia riflessione intrasinodale sulla famiglia[1]. Da qui è partito un primo processo fatto di ascolto, letture, confronti tra esperti di diverse discipline, a conferma che il tema è assai complesso e afferente a diverse aree della questione antropologica. Un primo elemento di quadro sul quale si è convenuto per poi dare forma e ordine alle altre questioni è stato quello relativo al valore delle differenze la cui cancellazione, afferma il Pontefice, è il problema, non la soluzione. Questo punto ha dato il titolo a tutto il contributo: ‘Per la convivialità delle differenze – un contributo alla riflessione sul gender’.
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