di Alessandro Liburdi
Aridaje. Ci risiamo. E non ci ridiamo sopra. Non possiamo. L’incendio di ieri alla ex Cemamit di Ferentino è l’ennesimo modo per capire che stiamo, lentamente e inesorabilmente, sprofondando all’inferno.
Anche se si vocifera che lo stabilimento, che produceva fino a una decina di anni fa profilati in amianto e che non è stato mai bonificato, non è stato colpito dalle fiamme, l’inquietudine per quello che è accaduto è alle stelle. O, almeno, dovrebbe esserlo. Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine pare che due notti fa qualche ignoto criminale abbia forzato il cancello ingresso dell’ex fabbrica, rotto il lucchetto, scaricato abusivamente dei rifiuti, appiccato un incendio e sostituito il suddetto lucchetto con uno nuovo. Ma chi, e perché?
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