I giornali grondano di notizie allarmanti: corruzione, illeciti amministrativi, giunte che cadono, funzionari travolti da bufere scandalistiche, inossidabili istituzioni corrose dalla ruggine del sospetto. Di che tipo di valenza sono questi segni? Stiamo vivendo la sindrome dello sfascio? Stiamo annegando nel pantano di un irreversibile degrado morale? Ci troviamo di fronte a una tragica sequenza di corruttele che sta visibilmente inquinando il nostro costume? Non voglio sembrare ingenuo. Ma se mi è lecito dire qualcosa controcorrente, mi sembra di leggere, in queste vicende, un segno in positivo: la crescita di una coscienza popolare, che giudica, che controlla, che vuol rendersi conto, che non delega in bianco, che desidera chiarezza, che vuole pulizia e che, giustamente, assolve o condanna. Passiamo ora sul nostro versante di credenti. Se il Signore aprisse un processo a carico nostro e ci mettesse tutti sotto inchiesta, quanti si salverebbero? Eppure il giudizio di Dio incombe sempre su di noi. Ma noi, forse, non ce ne preoccupiamo più di tanto. Fanno più paura le inchieste della magistratura
sugli uomini politici o sugli amministratori degli enti locali, di quanto non faccia paura su di noi credenti il giudizio di Dio. Fa più presa sugli uomini e sui partiti il controllo del popolo, di quanto non faccia su di noi credenti la sorveglianza del Signore. Da che cosa dipende? Dal fatto che la conversione non è ancora entrata nel nostro stile. La novità di vita a cui ci provoca la Parola di Dio è rimasta niente di più che una frase a effetto. Il pentimento è un vocabolo che i brigatisti ci stanno espropriando, forse proprio perché non sappiamo più cosa farcene.
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Tutto condivisibile tranne che mi sembra fuori luogo la frase” Se il Signore aprisse un processo a carico nostro e ci mettesse tutti sotto inchiesta, quanti si salverebbero?.” Sembra quasi che voglia dire ” tutto sommato dobbiamo essere tolleranti con questi peccatori come noi”. E’ questo che non mi piace. Ognuno risponderà dei propri errori ma non si deve assopire lo sdegno per questi privilegiati corrotti. Quello che vedo è che ad ogni proclama indignato dei nostri amministratori, segue uno scandalo che scopre il solito brulicante verminaio.