di Luigi Alici
Sulla prima pagina del “Corriere della sera” di giovedì 8 maggio è apparsa una lettera di un ragazzo di Locri, diciotto anni, che ha potuto raccontarci una storia straordinaria. È raro leggere su un quotidiano una bella notizia, di quelle che vorremmo trovare ogni giorno.
Riccardo Francesco Cordì, figlio di una delle più potenti famiglie di ‘ndragheta della Locride, ha avuto il padre boss ucciso in una faida, un fratello ergastolano al 41bis, altri due fratelli in carcere per ‘ndrangheta. Con una iniziativa senza precedenti, il Tribunale per i minori lo ha allontanato dalla famiglia per sottrarlo alla cultura criminale e al circolo infernale della vendetta. La lettera è un documento semplice e straordinario; poche parole, essenziali e positive, alle quali non c’è molto da aggiungere.
«Sono un ragazzo di Calabria, provengo da Locri… il 7 marzo del 2011 sono stato arrestato dai carabinieri di Locri per furto e danneggiamento di un’auto della Polizia ferroviaria. A luglio mi hanno assolto con formula piena, ma nel frattempo era arrivata un’altra denuncia per rissa… »
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento