di Luigi Alici
“Gli incidenti possono accadere”, ha affermato il premier turco Erdogan, commentando la tragedia avvenuta nella miniera di Soma, nel suo paese, dove, stando a fonti giornalistiche, ci sarebbero stati 282 morti e più di 100 dispersi. Gli incidenti possono accadere, certo, ma un capo di Stato dovrebbe aggiungere altro; il compito della politica è adoperarsi per ridurre sempre più i margini fra la fatalità naturale e la somma delle negligenze nella prevenzione degli incidenti sul lavoro. Un incidente sul lavoro non è un terremoto. Da che mondo è mondo, i terremoti sono eventi naturali allo stato puro; ma anche in quel caso possono esserci negligenze nel rispetto delle norme antisismiche. Figuriamoci la disgrazia in una miniera: la miniera non è un luogo naturale, ma uno spazio artificiale creato dalla tecnica, sfruttato dall’economia, controllato dalla politica. Quando la triangolazione non funziona, è sempre l’ultimo anello della catena (in questo caso i minatori) a pagare per le irresponsabilità di altri. Nel 1956, nella miniera di Marcinelle, in Belgio, ci furono quasi 300 vittime, in gran parte emigranti italiani. Dopo quasi 60 anni, la tecnica pare che abbia fatto qualche progresso, ma l’incoscienza umana e il cinismo no.
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