di Antonio Laggia
“Tutti lo definiscono il Papa buono e il Papa del sorriso. Ma si sbaglia a dire così. Seppur veritiere, queste definizioni diventano affrettate semplificazioni”. Gli stereotipi su papa Giovanni non sono mai piaciuti al cardinale Loris Capovilla, tantomeno oggi che Angelo Roncalli è san papa Giovanni XXIII. Nessuno lo conobbe come “don Loris”, il quale lo servì come segretario per dieci lunghi anni, prima a Venezia, quando diventò patriarca, poi a Roma, da Papa. Oggi, ne tratteggia la figura con la consapevolezza che tale vicinanza è stata per lui non solo privilegio, ma vera grazia.
E riparte proprio dal “Papa buono” chiosando: “Casomai si dica Papa della bontà, se per questa, però, intendiamo gentilezza, attenzione e accoglienza. Lui soleva dire, citando il Pontificale romano, che un vescovo dev’essere benevolus et hospitalis, cioè uno che ti guarda con simpatia e ti spalanca la porta anche se non sei un credente”.
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