Sono passati due anni dal momento del crollo del palazzetto dello sport a Ceccano. Venne giù con un boato. Ecco la cronaca di quel momento:
Sembrava un terremoto, un frastuono gigantesco, abbiamo avuto paura: queste le impressioni degli abitanti della zona circostante il palazzetto dello sport di Ceccano crollato su se stesso venerdì 3 febbraio, a sera. I racconti si assomigliano tutti: grande rumore, onda d’urto in grado di far tremare le abitazioni, timore per una scossa di terremoto in aggiunta alla nevicata in corso. Poi un primo sguardo e la comprensione del crollo: l’intero edificio si era afflosciato su sé stesso, gli ancoraggi della copertura in legno lamellare avevano strappato la parte alta della muratura. Soltanto la Provvidenza ha voluto che non ci fosse nessuno.
Ora c’è un procedimento penale in corso, ci sono delle persone, fra i tecnici, rinviate a giudizio, la prima udienza del processo ci sarà fra qualche
settimana ma colpisce il senso di distacco con cui la cittadinanza ha perso il palazzetto. Si erge lì, monumento eloquente all’incompetenza e all’inefficienza, mai ceccanesi cercano di non pensarci. Neppure le associazioni sportive che lo utilizzavano, i cui atleti hanno rischiato di rimanere sotto le travi se il crollo fosse avvenuto più tardi. Nulla, tutto tace, come se il palazzetto dello sport non fosse crollato, non fosse mai esistito.
Ma le macerie sono ancora lì a ricordarci cosa può accadere ad una struttura pubblica, destinata anche ad accogliere sfollati in caso di emergenza.
Ecco le foto della vergogna Palazzetto crollato
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