di Sara Silvestri
Vedo la disperazione del mio popolo tutti i giorni attraverso un vetro antiproiettile. Vedo l’angoscia degli anziani perché “devono cercare di vivere più a lungo possibile” per campare i loro figli disoccupati con famiglia a carico. Vedo i ragazzi, infelici, persi, indossano T shirt con motti che avevano un senso tanto tempo fa ma ora sanno di vecchio…almeno per me. Vedo le donne incinte e giovani, con le rughe sulla fronte, pagare bollette con banconote di piccolo taglio e monetine incartate. Vedo coppie appena sposate, “ha trovato lavoro e ci siamo sposati!” Dice lei contenta, lui con le mani sporche di grasso che non va più via “si ma è a tempo determinato, fra tre mesi non so che fine faccio”. Vedo le madri, con i loro bimbi vestiti a festa, cappellini, guantini e guance rosa, aprono libretti e mese dopo mese sperano nel futuro della loro creatura che intanto ride mentre gli faccio le smorfie dal vetro, l’unico sorriso vero di oggi è quello dei neonati.
Vedo tutto questo, dietro un vetro, tutti i santi giorni, dovrei sentirmi fortunata, si, ma dopo sei ore il vetro scompare e ci sono anch’io in mezzo a loro.
L’incoscienza e l’ignoranza ci salverà temporaneamente, il fare finta di niente allevia il dolore perché se aprissimo gli occhi un secondo, solo uno, vedremmo la sofferenza imbellettata che fa ancora più male.
Tutti vogliamo il sorriso del neonato? Si? Piangere per una sbucciatura è più facile che piangere per la sofferenza dell’anima? Dite?
Continuate a fingere allora…io smetto.
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