Vorrei che ognuno guardasse il presepe e ne scegliesse un personaggio. Che ci crediamo o no, il presepe è un po’ come siamo tutti noi quando nasce un bambino: trasformati, ammaestrati, stupiti. Qualsiasi sia la nostra condizione di partenza: stanchi, arrabbiati, svagati, disperati, sognanti, felici. Per questo, che ci crediamo o no, siamo tutti in vacanza a festeggiare il Natale e a scambiarci dei doni.
A me fa simpatia il ragazzo che dorme. Ha il volto compiaciuto di chi fa un bel sogno. Mentre gli altri pastori hanno ricevuto una strana notizia, lui continua a dormire tranquillo, come sanno dormire i ragazzi che lavorano sodo, di un sonno buono e pesante.
Tutti accorrono nel luogo segnalato da quelle voci apparse dal nulla. E lui dorme. Sogna di un posto dove non c’è il freddo di quella notte. Di un posto dove si lavora senza faticare. Di un tempo in cui Miriam abiterà sotto lo stesso tetto con lui, che spera di averlo un tetto per allora.
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