di Antonio Olmetti
Si sta facendo credere oggi giorno ai ventenni che non hanno lavoro che la colpa non sia del sistema economico sbagliato, ma bensì dei propri genitori e dei propri nonni. Si sta teorizzando infatti che se i genitori rinunciassero a quei quattro diritti acquisiti in passato con dure lotte sindacali, se i nonni accettassero un altro taglio alle loro pensioni, i ventenni troverebbero di sicuro un lavoro.
Lo dicono tutti ma proprio tutti. In televisione, sui giornali, in Parlamento. Tutti o quasi i cosiddetti esperti di economia, tutti o quasi i partiti di destra, di sinistra e di centro. Così sembra vero. I ventenni sono così convinti che i loro nemici siano i genitori ed i nonni, da non considerare più nemmeno l’esperienza della generazione che li ha preceduti: ai fratelli maggiori dei ventenni, tutti ma proprio tutti, destra sinistra centro, avevano raccontato che avrebbero facilmente trovato un posto di lavoro se soltanto avessero accettato di essere flessibili, di rinunciare ai propri diritti e a stipendi dignitosi; soltanto al principio, s’intende per entrare nel mondo del lavoro, perché in questo modo si sarebbe creata una grande offerta di posti di lavoro e quindi i salari sarebbero aumentati in breve tempo. Questa era la promessa della Legge Biagi, beatificata da tanti giuslavoristi e fatta propria dai politici. All’epoca la disoccupazione giovanile in Italia era del 25%, ora sfiora il 40%. Il reddito medio e il potere d’acquisto medio dei ventenni italiani è crollato in dieci anni del 40%: insomma i giovani flessibili sono molto più poveri e disoccupati di quando erano meno flessibili. Se la nuova teoria condivisa venisse applicata e i genitori ed i nonni accettassero di perdere diritti e reddito, i ventenni di cui sopra non troverebbero comunque lavoro ed entrerebbero in famiglia ancora meno soldi, bisognerebbe ricorrere a prestiti ed a mutui e alla fine le banche si prenderebbero anche la casa. Negli ultimi venti anni è accaduto in Italia che i poveri sono diventati più poveri ed i ricchi più ricchi. Di certo era accaduto altre volte. Ma è la prima volta che agli arricchiti, si quegli anziani miliardari che dalle loro splendide ville e dai loro posti al Parlamento tuonano contro maestre, professori, impiegati pubblici, operai e pensionati, riesce di far credere ai poveri (i nostri giovani) che se sono poveri è colpa di altri poveri (noi genitori, noi nonni). Non è geniale?
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Lascia un commento