di Alessandro D’Avenia
Dedico queste parole ad una città che mi ha consentito di realizzare i miei due sogni (insegnare e scrivere) e che mi sta regalando amicizie bellissime.
Le città come le poesie si manifestano in figure retoriche.
Sono nato e cresciuto a Palermo e Palermo è sinestesia, una confusione di storie e sensi: si ascoltano profumi, si toccano colori, si gustano storie. Chi è entrato alla Vucciria lo sa.
Ho abitato undici anni a Roma e Roma è iperbole, con i suoi fasti imperiali e una storia troppo grande, che neanche lei ci crede più, e solo allora ti innamori del suo imperiale disincanto. Chi è entrato a Trastevere lo sa.
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