di DOMENICO AGASSO JR. per http://vaticaninsider.lastampa.it
“Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”. La frase di Don Pino Puglisi, assassinato vent’anni fa dalla mafia, a quattro mesi dalla beatificazione, risuona nel cuore e nella coscienza di tutti, come un macigno ma sopratutto come un richiamo ai credenti e agli uomini di buona volontà di dire no a tutti i cattivi maestri, i soprusi e la mentalità di morte. Per questo motivo a Torino don Luigi Ciotti, in collaborazione con molte associazioni dell’area cattolica ha decisio di iniziare un percorso di riflessione intitolato “Testimoniare la legalità tra fede e cultura. Percorso di conoscenza e di riflessione in ricordo di Padre Pino Puglisi a 20 anni dal martirio.
“E se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto. Padre Puglisi tra spiritualità e impegno civile” è il titolo dell’incontro che si svolge domani alle 20,45 alla Fabbrica delle E del
capoluogo piemontese, organizzato da Movimento ecclesiale di Impegno culturale (Meic) di Torino, Libera (di cui don Ciotti è presidente) Piemonte, Azione cattolica e Il Nostro Pianeta, con la collaborazione di Abitare la terra, ACLI Torino, Agesci zona Torino, Centro Studi Bruno Longo, CISV, FUCI, GIOC, Ufficio per la pastorale degli universitari della diocesi di Torino.
Padre Puglisi è nato, vissuto e morto in un quartiere di Palermo chiamato Brancaccio. Ci era nato il 15 settembre 1937. Ne era diventato parroco nella chiesa di San Gaetano nel 1990. Lì è stato ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, poco più di un anno dopo le stragi Falcone e Borsellino dell’estate 1992; quattro mesi dopo la storica visita di Giovanni Paolo II in Sicilia e il suo grido rivolto ai mafiosi: “Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!
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