Il ventenne che imbraccia il fucile e uccide la madre e venti bambini in una scuola americana. Colpa della tecnologia? Del rapporto fra giovani e adulti? Il Papa che sbarca su twitter e le nuove frontiere della comunicazione della Chiesa. La politica italiana, l’esigenza di ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, la necessità di avere davanti persone degne di essere scelte per governare. Questi i temi al centro dell’intervista con Antonio Spadaro (anche su http://www.dire.it). 46 anni, gesuita, direttore da poco più di un anno di Civiltà Cattolica: nata nel 1850, la più antica rivista italiana ancora attiva, che esce soltanto dopo la presa visione del Papa.
Direttore Spadaro, partiamo dalla strage nella scuola americana. Abbiamo già visto immagini del genere in passato. E’ successo ancora una volta, nel Paese che guida il mondo, all’avanguardia in tutti i campi. Molte volte sui giornali si narra di giovani che passano ore davanti al computer, sui videogiochi. Quasi che la tecnologia fosse il male. È così?
“Non credo affatto che la tecnologia sia il male: la tecnologia non è il bene, non è il male, ma non è neanche neutra. Dunque esprime la capacità dell’uomo di organizzare la materia in un progetto sensato. La tecnologia è chiamata per vocazione, anche dal punto di vista cristiano, ad essere un ausilio al suo essere nel mondo. La sua potenza è nella possibilità di estendere tutte le capacità dell’uomo, di rendere tutto più facile, più veloce. Questo, è vero, permette non solo di esprimere il bene, pensiamo al campo della medicina a quante cose utili permette la tecnologia, ma anche di fare il male. E qui penso alle armi di distruzione di massa. Altrettanto vero è che abbiamo un pregiudizio nei confronti della tecnologia, pensiamo sempre che rappresenti una minaccia per l’uomo. Su questo, a mio avviso, pesa moltissimo quanto è successo durante la seconda guerra mondiale, con gli arsenali di armi, la bomba atomica, la minaccia di distruzione totale che è seguita…”.
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