di Antonio Sanfrancesco per http://www.famigliacristiana.it«Vero Dio e vero uomo», proclama di Gesù Cristo il Credo cattolico. Tempo ed eterno, visibilità e mistero, contingente e assoluto s’intrecciano in questa figura che da venti secoli domina la storia della cultura occidentale. Forse è proprio questo contrappunto ciò che più ha affascinato e sedotto l’arte. Artisti e scultori, infatti, hanno ricreato tante volte l’immagine del Figlio di Dio a seconda dei gusti, mode, sensibilità delle epoche in cui hanno vissuto. Dai sarcofagi paleocristiani all’arte bizantina, da Giotto a Michelangelo fino agli impressionisti.
«Nessuna religione come quella cristiana ha ispirato e prodotto tanta arte, letteratura, poesia», afferma Vittorio Sgarbi che Nel nome del figlio. Natività, fughe, passioni nell’arte (Bompiani, pp. 464, € 24,00) esplora magistralmente questa infinita galleria di ritratti del Dio unico. Partendo proprio dal Figlio. «Perché», spiega il critico d’arte, «il cristianesimo è la religione del figlio. Dio Padre è immobile, fa nascere il mondo, ma resta lontano. Il Figlio, invece, è dentro il mondo. La pittura, prima della dimensione divina, dà volto all’umanità del Cristo. Intinge il pennello in questa autentica rivoluzione realizzata in nome del Figlio: il Padre ha creato il mondo, il Figlio lo ha salvato».
Continua a leggere qui http://www.famigliacristiana.it/costume-e-societa/cultura/letto/articolo/sgarbi.aspx
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento