Per chi non sa guardare, il mondo che si dispiega davanti ai nostri occhi nella realtà quotidiana è tutto lì: materia senza voce, fine a sé stessa, priva di qualsiasi rimando o significato ulteriore. Allo stesso modo vengono trattate le relazioni, come incontro di individualità che, il più delle volte, nemmeno fanno esperienza l’una dell’altra.
Per chi sa guardare, per chi sa farsi meravigliare dalla vita, ogni cosa si rivela invece sempre a più strati, pregna di rinvii a una dimensione sfuggente, indefinibile, non catturabile, ma non per questo meno incisiva. Se si ha voglia di allenare lo sguardo a cogliere quell’invisibile che abita in mezzo a noi, vale la pena visitare la mostra La carezza di Dio al Centro culturale San Fedele di Milano, aperta fino al 19 gennaio, in cui sono esposte le fotografie di Maurizio Cogliandro.
La sfida affrontata dall’autore è fra le più difficili: mostrare, letteralmente, una realtà in apparenza invisibile, mostrare l’Altro, partendo però dalla realtà quotidiana, dalla concretezza del mondo materico. Gli scatti visibili nel percorso espositivo, e che qui anticipiamo con qualche immagine, sono stati realizzati al monastero Dominus Tecum (a Pra ‘d Mill, nella valle dell’Infernotto, silenziosa e austera, protetta e nascosta).
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