dal blog di Antonio Nalli
Chi l’avrebbe mai detto, che in un paesino di provincia, sconosciuto ai più, dove l’orrore quotidiano non sta nei film di Dario Argento o nelle colonne sonore dei Goblin e di Claudio Simonetti, ma nell’inquinamento da beta-esaclorocicloesano, sostanza chimica scarto della lavorazione del lindano, che negli anni, attraverso lo scarico illegale dei siti industriali nelle acque del fiume Sacco, ha contaminato terreni, coltivazioni, animali da pascolo e perfino esseri umani, con effetti ancora poco conosciuti sulla salute delle persone e con un eccesso di patologie tumorali da fare davvero paura, si nascondesse un mistero di fama internazionale, ovvero l’autore dei dipinti più celebri della cinematografia horror: quelli di Profondo Rosso, che tormentarono, fino all’epilogo della pellicola, il protagonista del film, per un particolare colto durante il suo accorso in aiuto, che non riusciva più a focalizzare.
L’autore di quei quadri, allora giovanissimo, ma già sulla via della grande carriera, è proprio di Ceccano e si chiama Francesco Bartoli.
Ieri, in questa cittadina di 23mila abitanti della Ciociaria, dove nell’ambito di una manifestazione cinematografica, organizzata dall’Associazione Culturale “Il Centro del Fiume”, si è tenuta una conferenza con Claudio Simonetti, autore delle più belle colonne sonore che hanno fatto letteralmente la storia del cinema horror, nonché musicista italiano tra i più acclamati e nominati a livello internazionale, per altro compositore di brani di disco dance che hanno segnato il successo degli anni 80, su tutti “Gioca Jouer”, a quasi 40 anni dall’uscita di quel film, per la prima volta, il musicista ed il pittore, si sono incontrati e conosciuti.
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