Riunione stasera a Frosinone del coordinamento per la lotta all’inquinamento della Valle del Sacco, omen nomen. Finalmente! Chi ha la mia eta’ ricorda quanta amarezza alla fine degli anni ’70 a Ceccano proprio per questa mancanza di solidarieta’. Erano i tempi della puzza al Ponte Berardi, della tenda rossa, del convegno al vecchio Antares: avvicinarsi alla parte bassa della citta’ fabraterna voleva dire essere frastornati da un puzzo nauseabondo che ottundeva le stessa capacita’ olfattive della persone.
Allora Ceccano fu lasciata sola, soprattutto dai centri urbani a monte di Piazza Berardi che non riuscirono o non vollero capire che l’ effetto dell’inquinamento fluviale che in modo tanto palese emergeva a Ceccano era il frutto di quanto veniva scaricato nel fiume nella parte settentrionale della valle. Si volle chiudere gli occhi che sarebbero stati riaperti soltanto alla moria delle vacche e alla scoperta del beta esa etc..
Quella chiusura miope impedi’ la realizzazione completa del piano di depurazione del fiume, assegnato dalla Regione alla Termomeccanica. Fu costruito soltanto il depuratore a Ceccano. Gli altri furono consdiderati mostri da tenere lontano. Oggi, a trent’anni di distanza, si pagano le conseguenze di quella stupida cecita’. Speriamo che la storia insegni: la lotta all’inquinamento non puo’ essere una dimensione comunale. E’ assolutamente necessario che si cominci a pensare in un’ottica territoriale.
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