Lo afferma il direttore del dipartimento antidroga nella relazione sulla diffusione degli stupefacenti. Secondo Giovanni Serpelloni alla sottovalutazione del rischio contribuirebbero anche tanti messaggi fuorvianti. Ecco le parole del direttore del dipartimento antidroga
La situazione che viene messa in luce dai numerosi dati raccolti ed elaborati in relazione al fenomeno droga nel nostro Paese, mostra che i consumi di sostanze stupefacenti sono generalmente in contrazione ormai da alcuni anni, seppure con variabilità diversificate, soprattutto per alcune sostanze di uso minoritario quali la ketamina e l’ecstasy. Questa situazione può essere interpretata come un segno positivo di cedimento di un decennale trend all’espansione evidenziatasi nel passato.
Ora è chiaro che è necessario continuare sulla strada tracciata dalle strategie attuate, che hanno portato in questi ultimi quattro anni a questa positiva inversione di tendenza. Tuttavia bisogna tenere alta la guardia, in quanto anche se le sostanze più usate e soprattutto il loro consumo occasionale va riducendosi, non tutte le sostanze e non su tutto il territorio nazionale si evidenzia tale andamento. Nel futuro, inoltre, potrebbero esserci delle variazioni dell’offerta illegale di sostanze stupefacenti in grado di riaccendere consumi o attivare nuove quote di mercato, anche se minoritarie, con
l’immissione di nuove sostanze e prodotti stupefacenti ancora non conosciuti. Preoccupante è a questo proposito la bassa percezione del rischio rilevata e collegata all’uso di cannabis e la tendenza a sottovalutare tale problema che ne incrementa l’uso soprattutto tra le giovani generazioni. E’ scientificamente provato che questa bassa percezione del rischio negli adolescenti deriva anche da una ridotta disapprovazione sociale dell’uso di cannabis e da una serie di informazioni che tendono a sminuire gli effetti negativi per la salute e la sicurezza di terzi derivanti dall’uso di cannabis, non ultimi la compromissione della corretta maturazione neuro psichica e cerebrale.
Non è un caso che anche le organizzazioni criminali quando vogliono aprire nuovi mercati su aree geografiche dove le droghe sono poco consumate, utilizzano come “apripista” proprio la cannabis e una volta sensibilizzata la popolazione arrivare sul territorio con offerte più impegnative e remunerative come l’eroina e la cocaina. Il vero e grave problema per i prossimi anni sarà quindi, per ridurre e controllare ancora di più il fenomeno generale, controllare e ridurre l’uso della cannabis e dei suoi derivati, soprattutto nelle giovani generazioni e nelle persone più vulnerabili.
Problematici, allo stesso modo, possono essere l’uso e l’abuso alcolico nelle giovani generazioni, che possono svolgere anche esso un ruolo “gateway” e di sensibilizzazione verso lo sviluppo di dipendenza da sostanze stupefacenti, troppe volte sottovalutato e non preso nella giusta considerazione.
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