Certo, quanto possiamo costruire qui sulla terra è sempre limitato e provvisorio. Dobbiamo sapere e dobbiamo ripetercelo che la meta della nostra vita non è qui, ma è al di là della morte nel pieno compimento del regno di Dio. E, tuttavia, tutto il buono, il bello, il giusto, il vero di questa vita, tutti gli affetti che viviamo, tutto l’amore che riceviamo e doniamo, non sono destinati ad essere annullati, ma li ritroveremo per sempre, purificati dal ogni scoria, nella gioia senza fine del regno eterno e universale della casa del Padre. “Pertanto, benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Cristo, tuttavia, tale progresso, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l’umana società, è di grande importanza per il regno di Dio (79). Ed infatti quei valori, quali la dignità dell’uomo, la comunione fraterna e la libertà, e cioè tutti i buoni frutti della natura e della nostra operosità, dopo che li avremo diffusi sulla terra nello Spirito del Signore e secondo il suo precetto, li ritroveremo poi di nuovo, ma purificati da ogni macchia, illuminati e trasfigurati, allorquando il Cristo rimetterà al Padre «il regno eterno ed universale: che è regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace» (80). Qui sulla terra il regno è già presente, in mistero; ma con la venuta del Signore, giungerà a perfezione.” (GS 39).Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
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