di Francesco Affossi per www.famigliacristiana.it
Gli investigatori si dicono certi della sua colpevolezza per la mole di indizi. L’uomo, incastrato da molte prove, avrebbe anche confessato. Potrebbe essere il nonno e invece è l’assassino di Melissa Bassi, una ragazza di 16 anni straziata da un attentato che ha ferito altri compagni di scuola, la figlia unica di un padre e di una madre che una mattina di maggio l’hanno vista uscire di casa senza sapere che sarebbe stata l’ultima volta. Perché poi è stato tutto un inferno di dolore, vuoto, lacrime, abbracci inconsolabili, pianti e stridore di denti. Tutti noi abbiamo visto quella cameretta vuota in Tv ed è stato uno strazio senza fine. Ma come è potuto accadere? Come è possibile che un uomo così azioni un telecomando per uccidere una ragazza che ha l’età di sua figlia, di una possibile sua nipote? E’ invece è probabilmente proprio lui l’uomo delle telecamere, quel signore normale, dall’aria normale, che nascosto dietro un chiosco aziona il telecomando e provoca la più orrenda e vigliacca delle stragi. Un uomo normale che ha tolto l’unica figlia a un padre e a una madre.
La figlia che non vedranno più andare a scuola, innamorarsi, fidanzarsi, coltivare i suoi sogni e i suoi piccoli dolori di gioventù, sposarsi, magari laurearsi, come i figli dell’assassino, e dare loro dei nipotini. E il movente, quello di una vendetta contro il Tribunale adiacente alla scuola, è talmente stupido e assurdo, che persino il padre della vittima sembra nutrire dubbi: “Voglio il colpevole non un colpevole”. Nessuno potrà mai lenire quel dolore ma quel padre ha diritto a verità e giustizia.
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