Alessandro D’Avenia ci racconta di un’esperienza comune a scuola, nel dialogo con gli allievi
Qualche giorno fa parlavo con una mia alunna ed è emerso il tema di Dio, con il quale – lei si lamentava – non si può avere un rapporto vero, perché non è “tangibile”. Nella nostra cultura scientista (non scientifica, perché i grandi scienziati hanno sempre ammesso l’esistenza del mistero) esiste solo ciò che è sperimentabile, ciò che è esperibile attraverso i sensi, dimenticando che gran parte di ciò che riteniamo vero lo crediamo per fiducia in chi ci testimonia qualcosa: credo che questi siano i miei genitori senza bisogno di fare una prova del DNA, credo che l’Australia esista nonostante non ci sia mai stato, credo che la composizione della materia sia molecolare, atomica e subatomica, pur non avendo mai visto un elettrone in vita mia… La nostra ragione aderisce alla verità tanto per fiducia quanto per prova diretta dei sensi.
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