Decine di casse di arance, quella da utilizzare per raccogliere fondi per la ricerca, buttate nel mezzo di Bosco Faito, a Ceccano: lo documento Antonio Nalli, che scrive
Singolare discarica abusiva all’interno del Bosco di Faito a Ceccano, dichiarato negli anni scorsi, da parte della Regione Lazio, area protetta e Monumento Naturale a tutti gli effetti. Non bastavano, infatti, pneumatici, batterie delle auto, secchi di vernice, tubi di plastica e quant’altra spazzatura per contaminare un’area che rappresenta un grande patrimonio per tutti. Così, anche le cassette delle arance per combattere il cancro, che in tante circostanze abbiamo visto in vendita nelle piazze peincipali delle nostre città, sono finite per essere gettate tra la vegetazione.
Gli autori di questo gesto scellerato sono stati così poco astuti, da non preoccuparsi neanche di oscurare il marchio o il salvadanaio necessario per la raccolta dei fondi, che addirittura è stato aperto e con molta probabilità il suo contenuto sottratto illegalmente.
Se anche quelle arance fossero state deteriorate, in nessun modo avrebbero dovuto finire per essere gettate all’interno del Bosco di Faito, anche se il barattolo per la raccolta delle offerte, riverso a terra visibilmente aperto, rende l’idea di una vera e propria truffa, compiuta con l’inganno, giocando sulla sensibilità delle persone.
Il tutto potrebbe permettere di risalire anche agli scellerati autori di questo gesto. Un gesto che per altro discrimna perfino un’iniziativa in favore della ricerca, verso una malattia che ogni anno miete migliaia di vittime.
Sarà infatti dovere dell’Airc (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) a cui mi appello formalmente, risalire agli autori, attraverso un’attenta ricostruzione, partendo fin dalle persone che hanno organizzato, recentemente, la vendita delle arance nei Comuni di Ceccano e Frosinone, ovvero quelli limitrofi all’area boschiva oggetto del ritrovamento, per cercare di comprendere l’accaduto, che senza alcun dubbio lascia eserefatti e senza parole.
Altri controlli la medesima associazione, dovrà senza alcun dubbio svolgerli su se stessa, poiché sarebbe inspiegabile la mancata giustificazione di un avanzo così elevato di cassette di arance, non rivendicato nei confronti di chi ha collaborato per mettere in piedi l’iniziativa.
Il post originale qui anche-le-arance-inquinano-ricerca-o-truffa-singolare-ritrovamento-nel-bosco-di-faito-a-ceccano-fr
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