Le scuole, le università e gli altri soggetti educativi e formativi hanno bisogno di policy chiare e poche regole. Non occorrono nuove riforme, ma bisogna semplificare la complessità del sistema e dare valore alla accountability e all’autonomia responsabile.
Rispondere in modo corretto alle domande che ci pone l’Europa significa trovare le leve con cui è possibile fare ritornare la scuola uno dei motori di sviluppo del nostro Paese. Oggi, il nostro sistema educativo non riesce più a rimuovere le disuguaglianze e ad essere, come nel secondo dopoguerra, un ascensore sociale. I dati del Censis, delle indagini internazionali, dell’ INVALSI, gli studi della Banca d’ ltalia, le ricerche più aggiornate lo dimostrano.
Il capitolo “Processi formativi” del 45° rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2011 indica che l’Italia, nonostante i progressi compiuti, è ancora molto lontana dagli obiettivi indicati dall’UE per il 2020, non solo per gli abbandoni scolastici, ma anche per il numero dei giovani di 18-24 anni in possesso della sola licenza media, che non studiano e non lavorano i cosiddetti Neet.
Così il Ministro dell’Istruzione e della Ricerca, Francesco Profumo, ha prsentato le sue Linee d’azione alla VII Commissione della Camera dei Deputati. Si tratta di un testo da leggere con attenzione, qui di seguito
www.age.it_age_images_documenti_AUDIZIONE_MINISTRO_PROFUMO
qui c’è anche un primo strumento de La scuola in chiaro, il nuovo servizio del ministero a sostegno delle famiglie e delle loro scelte cercalatuascuola
e i dati aggiornati sul sistema scolastico, qui index_new.shtml
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