Quello sguardo, quel bambino per il quale valeva la pena continuare a vivere, un momento di pace dopo la bufera: quando Liliana Cavani scelse quella foto, scattata alla Badia di Ceccano il 30 maggio 1944, per raccontare la resistenza delle donne, voleva intendere che, nonostante la tremenda violenza di quelle ore terribili, poteva valer la pena continuare a vivere: cosa ci sarà stato nelle menti di quelle donne che subirono la violenza, di quelle che riuscirono a scamparla ma ascoltarono le grida delle altre che dovettero subire l’onta della violenza? A quelle donne, a tutte quelle donne, è dedicato l’incontro Il fiume racconta: gli orrori delle marocchinate, organizzato dall’Associazione Famiglia futura e dalla Rete delle Associazioni, coordinate dalla Proloco di Ceccano per le commemorazione dell’80° della guerra, per l’iniziativa I giorni dell’ira. Nel salone del santuario di S. Maria a fiume, alle ore 17, interverranno la presidente dell’Associazione, Manuela Maliziola, e poi Lucia Fabi, ricercatrice storica per quel periodo, i giornalisti Nicandro D’Angelo e Pietro Alviti, l’avvocato Mauro Sabetta. Ciascuno affronterà il tema secondo la propria sensibilità e competenza ma sempre nell’ottica di ricostruire i fatti per quello che furono, sulla base delle ultime ricerche storiografiche, e per mantenere vivo il ricordo di quanta violenza fu sopportata dalla popolazione civile in quelle terribili settimane del maggio 1944. L’incontro è aperto a tutti.
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